Libia: Un calvario forse senza fine
Muammar Gheddafi. (Sirte, 7 giugno 1942) è un politico libico, di fatto massima autorità del Paese, pur non avendo alcun incarico ufficiale e fregiandosi soltanto del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione. Fu la guida ideologica del colpo di stato (“rivoluzione“) che il1º settembre 1969 portò alla caduta della monarchia filo-occidentale del re Idris.
Ora la popolazione libica,sull’onda delle rivolte pro-democrazia che stanno avvenendo in diversi paesi del nord-Africa (Tunisia, Egitto..), si è rivoltata contro il rais e tutto il suo entourage di fedeli capi militari chiedendo l’instaurazione di una democrazia e l’ immediata cacciata della casta dittatoriale.
Parte dell’esercito si è schierata con Gheddafi mentre un’altra parte si è schierata con la popolazione in rivolta. La parte rimasta fedele a Gheddafi ha iniziato la repressione delle rivolte col pugno di ferro,sparando ad altezza d’uomo e bombardando la folla dei contestatori.
Essendo la Libia ricca di materie prime e risorse naturali, soprattutto petrolio e gas,la protesta è stata repressa con ancor più forza dalle truppe del dittatore . Dopo il summit di Parigi la coalizione internazionale composta da Francia, Inghilterra, Usa, Italia e Canada, successivamente a il “cessate il fuoco” del Colonnello che aveva subito dopo attaccato Bengasi e minacciato l’intero Occidente, le forze alleate hanno deciso di intervenire con attacchi aerei da parte di francesi ed inglese e delle navi americane. L’Italia sta fornendo soprattutto un importante supporto logistico mettendo a disposizione sette basi militari e proprio oggi il Presidente del Consiglio ha affermato che gli aerei italiani non spareranno e si limiteranno a rispettare gli obiettivi della risoluzione Onu, limitati alla no fly zone, all’embargo e alla protezione dei civili.
La Russia, attraverso Putin, ha fatto sapere che non parteciperà al conflitto non condividendo la necessità di interventi dall’esterno solamente per una guerra civile. Nel frattempo gli Stati Uniti hanno fatto sapere di voler lasciare il controllo della missione alle truppe franco-britanniche al fine di concentrarsi su altri conflitti come quello in Iraq ed Afghanistan.
Ciononostante, ciò che più preoccupa, è che questa guerra possa provocare altre vittime inutili e generare un’ ondata migratoria peggiorando ulteriormente la situazione nell’isola di Lampedusa, che è ora già insostenibile. Quindi forse invece di questa scelta affrettata presa dopo il summit e del repentino intervento della Francia “sarebbe stato molto meglio” come ha affermato proprio oggi Storace “una soluzione diplomatica che consenta l’esilio a Gheddafi (se proprio quello di farlo fuori e’ l’obiettivo) che avventurarci in una spirale dalla quale (nella migliore delle ipotesi) rischiamo di uscirne con un’ondata migratoria senza precedenti” Infatti è proprio l’Italia lo stato più direttamente interessato e sempre riprendendo quanto detto dal leader De La Destra sul suo blog (www.storace.it) “Non e’ sbagliato presumere che siamo quelli che rischiano di piu’. Sia se resta a galla Gheddafi, sia se si affermano i suoi nemici. E tutto questo perche’ c’e’ anche un gioco politichese tutto interno che sfrutta persino la politica internazionale per giocare contro la Patria”.
Ora non resta aspettare l’evolversi della situazione e si spera solo che una volta andatosene Gheddafi, non si instauri una finta democrazia che potrebbe solo continuare a soggiogare la popolazione facendo arricchire gli stessi capi della rivolta che all’inizio,imbracciando i fucili, si erano professati come difensori del popolo represso.
La speranza che le cose cambino fortunatamente c’è ancora,quindi non ci resta che rimanere a vedere quanto accade, anche se peró negli ultimi giorni, tra bombardamenti, stragi di civili, pozzi di petrolio fatti saltare in aria, dissensi tra gli stati dell’alleanza sul come procedere, c’è molto pessimismo nell’aria e si spera solo che non si debba assistere nuovamente ad una nuova Afghanistan!!!
Gualtiero Lugli,
Responsabile Cyrano