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La Costituzioneide: Articolo 5

11 gennaio 2012 1 commento

“La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.”

Tradotto: l’Italia, nonostante sia una ed indivisibile, promuove le autonomie locali ed il decentramento amministrativo. Perfetto. Ma qui tocca cadere nel banale: perché “la Repubblica” (…), CHE PROMUOVE il decentramento, non si chiede se sia il caso di ridurre i compensi dei membri degli enti amministrativi esistenti, piuttosto che sopprimere enti amministrativi fondamentali per il buon mantenimento del territorio? Detto più seccamente: perché non ridurre i superstipendi dei consiglieri dei grandi comuni e delle Regioni? Ciò non lederebbe i principi costituzionali, al contrario della soppressione dei piccoli comuni e delle province. Io stesso ho (sia direttamente, sia indirettamente) avuto a che fare con le amministrazioni di alcuni piccoli comuni: posso giurare che la figura del sindaco è fondamentale. Questi piccoli comuni sono una ricchezza per il nostro territorio e, senza sindaci, cesserebbero di esistere. Inoltre, in una grande porzione di casi, i consiglieri dei piccoli comuni neppure percepiscono lo stipendio (e, quando lo percepiscono è semplicemente un compenso di una ventina di euro per ogni seduta, cioè ogni due mesi). I comuni con poche manciate di abitanti sono una ricchezza che neppure possiamo immaginare: basti pensare a Colonnata, a Portofino, ma potrei andare avanti fino a far scoppiare la tastiera. Ed anche quei comuni che non conosciamo costituiscono un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere: i “nostri vecchi”, ricordiamolo, oltre a zappare i loro orti, sono anche gli uomini che tengono puliti i boschi ed i rivi (o, se abitano sul mare, sono gli uomini che tengono pulite le spiagge…); le loro mogli sono anche le persone che cuciono e cucinano come una volta. Più semplicemente, quante trattorie secolari possiamo trovare nei piccoli comuni? Oppure, ancora, girando la domanda, quanto olio, quante arance, quante mele vengono prodotte nelle grandi città? E quante arance vengono prodotte nei piccoli comuni? Bene, questa risposta ci fornisce il modo di capire perché eliminare i piccoli comuni non sarebbe affatto un guadagno. Sarebbe, invece, assai più coerente con i principi costituzionali (e producente…) tagliare i superstipendi dei consiglieri dei grandi comuni e delle Regioni.

Alessio Fanciulli