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Naufragio Concordia: tragedia evitabile

16 gennaio 2012 1 commento

14 Gennaio 2012, ore 21:30

La nave da crociera Costa Concordia si è incagliata su un enorme scoglio, vicino all’ Isola del Giglio, determinando in seguito lo spiaggiamento sulle coste della medesima isola.
Solo un’ ora più tardi, per motivi ancora ignoti, partirà il primo segnale di S.O.S. per richiamare i soccorsi, solo verso le 14:00 del giorno successivo le operazioni di evaquazione saranno terminate. Il bilancio iniziale dei dispersi sarà di 40 persone e quello dei morti sarà di 5 dei quali due turisti francesi e un membro dell equipaggio. Nelle ore successive, quando gli uomini delle autorità portuali inizieranno ad ispezionare il relitto, verranno recuperati 23 dei 40 dispersi facendo scendere il loro numero a 17.
La domanda che ora si pongono tutti è: “Cosa è andato storto?”. Le autorità hanno avanzato due ipotesi.
La prima è che potrebbe essersi trattato di un errore legato alle apparecchiature di navigazione: mappe nautiche digitali per rappresentare la mappatura del fondale marino contenenti secche (rialzature del fondale pericolose per le imbarcazioni di grossa portata) ; navigatori GPS e i “Sonar”, per un ulteriore conferma sulle mappe nautiche digitali. Dalle ricostruzioni effettuate infatti la nave ha colpito un grosso scoglio di un’ enorme secca nelle vicinanze dell isola del Giglio, che ha causato lo squarcio di 70 metri sulla fiancata sinistra, dando inizio all’affondamento, il comandante per evitare che ciò accadesse ha indirizzato la Concordia verso la costa per poi farla arenare sul fondale, evitare il suo affondamento e impedire la morte dell equipaggio e dei passeggeri.
Un’ altra ipotesi è che si sia trattato di un errore umano, poichè il comandante ha effettuato un cambio di rotta, portando la nave fuori dalla rotto e dalla “zona sicura”, al fine di rendere più gradevole la vista dell’ Isola di notte: questo errore avrebbe causato la collisione con la secca.
Ad avvalorare la seconda ipotesi vi è la fuga del comandante che è stato messo agli arresti dal corpo dei Carabinieri per essere inseguito processato e condannato.
Da quanto riportano dichiarazioni ufficiali, la nave, al termine delle operazioni di recupero e salvataggio dei dispersi, verrà divisa in sezioni, portata a terra ed esaminata pezzo per pezzo per vedere cosa non ha funzionto.
Le risposte verranno a galla solo alla fine dell’ “autopsia” del relitto.
Secondo i passeggeri sopravvissuti al naufragio molte procedure non hanno funzionato come avrebbero dovuto, vi è in testa alla classifica l’incapacità dei marinai e membri della sicurezza della nave di parlare inglese e italiano in maniera comprensibile, infatti alcuni superstiti affermano: “All’ interno della nave si è creata una vera e propria torre di baele per le tante lingue che venivano parlate in quel momento di panico”. Ma non è tutto, secondo le testimonianze raccolte, anche le procedure di evaquazione sarebbero state eseguite nel peggiore dei modi, però se così davvero è stato come mai su 4000 passeggeri ne sono venuti a mancare solo 20? Provate ad immaginare 4000 persone che cadono nel panico e corrono da una parte e dalla altra senza seguire alcun ordine logico.
Non sono affatto d’accordo con l’idea che l’equipaggio non abbia svolto correttamente il suo lavoro, considerando l’assenza colpevole del capitano che, dopo lo spiaggiamento della nave sulla costa, ha abbandonato la Concordia ed il suo equipaggio in balia del panico dei passeggeri e delle onde del mare. Inoltre bisogna considerare che molti dei passeggeri sono colletti bianchi abituati al massimo dei comfort, quindi si aspettavano di essere recuperati in elicottero e non di dover essere caricati su di una scialuppa insieme ad altre cento persone.
In breve: se non fosse stato per l’equipaggio la maggior parte di quelle 4000 persone non sarebbero mai uscite vive dalla Concordia.

Francesco Di Tommaso